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Grazie all’iniziativa della Cassa Edile Artigiana Veneta e al Cesar, in Duomo si lavora nel cantiere della cappella di Santa Caterina

CONFARTIGIANATO: ANCHE A VICENZA SI RESTAURA PUNTANDO SUI GIOVANI

In occasione del venticinquennale di attività la Cassa Edile Artigiana Veneta (Ceav) ha promosso il progetto “7 opere da salvare con 70 giovani da formare” che coinvolge le sette province della regione. Un’iniziativa che da un lato mira a offrire ad aziende e giovani che intendono avvicinarsi al settore del restauro un’esperienza irripetibile, dall’altro punta a restituire alla collettività sette capolavori dell’arte e dell’architettura.

L’opera dei restauratori, spesso operanti in aziende di piccole dimensioni, è strettamente legata alla vocazione turistico-culturale del nostro Paese, disseminato com’è di pregevoli e a volte inestimabili opere, frutto del lavoro e del genio di artisti del passato che rischiano di andare irrimediabilmente perdute a causa della mancanza adeguati interventi di restauro e consolidamento. Ecco perché la Cassa Edile e Confartigianato ritengono di grande importanza attività di sensibilizzazione come quella da poco avviata nel territorio.

Per Vicenza l’iniziativa di Ceav, attuata attraverso il coordinamento del Cesar, il Centro di Formazione di Confartigianato, coinvolge ventidue giovani artigiani impegnati, dallo scorso dicembre fino alla fine del prossimo marzo, nel restauro delle superfici parietali e dell’altare della Cappella di Santa Caterina nella Cattedrale di Santa Maria Annunciata, meglio conosciuta come Duomo di Vicenza.

Un cantiere allestito, quindi, in uno dei luoghi d’arte più prestigiosi della provincia berica, ma anche un laboratorio formativo che prevede indagini conoscitive (con saggi stratigrafici e prelievi di campioni per analisi di laboratorio), il consolidamento degli intonaci, la pulitura dei dipinti murali, la stuccatura e il trattamento finale protettivo. Il tutto con una particolare attenzione alle tecniche usate all’epoca della realizzazione dei manufatti e con la segreta speranza di fare magari qualche scoperta, come accade a volte in questi casi.

“Attraverso questo cantiere i nostri giovani artigiani potranno avvicinarsi al mondo del restauro o, nel caso siano già pratici del settore, approfondire le loro conoscenze di base, teoriche e pratiche, necessarie per operare correttamente su un patrimonio sottoposto a vincolo” spiega Virginio Piva, vicentino presidente della Ceav.

“Contemporaneamente – aggiunge il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo – lasceremo un segno tangibile sul territorio per non dimenticare il legame affettivo che unisce ogni comunità alla propria storia, sia nei centri maggiori che in quelli minori”. E, a proposito della vicenda legata al processo di qualificazione delle figure professionali operanti nel settore, sempre Bonomo aggiunge: “La nostra associazione continua a seguire da vicino l’iter della modifica dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali, anche con azioni di sensibilizzazione a livello istituzionale. L’ultimo intervento in ordine di tempo è la lettera inviata da Confartigianato al nuovo ministro, Lorenzo Ornaghi, affinché condivida con noi la necessità di un processo di revisione che tenga dovutamente conto, ai fini del riconoscimento della qualifica, dell’esperienza lavorativa maturata dagli artigiani e che sblocchi al più presto la procedura di selezione pubblica”.