Skip to main content







LA CARTA DEI DIRITTI IN INTERNET È REALTÀ

Presentata alla Camera la versione definitiva del documento che fornisce i riferimenti ideali per costruire la cittadinanza della rete

A un anno esatto di distanza dalla prima riunione della commissione parlamentare sui diritti in Internet, è stata presentata alla sala del Mappamondo la versione definitiva del Bill of Rights, la dichiarazione di diritti che pone l’Italia tra le pochissime nazioni che cercano una via di spirito costituzionalista nella regolazione dei principi per un uso corretto e consapevole della rete. La presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha sottolineato durante la conferenza stampa come per la prima volta un atto di natura parlamentare è stato sottoposto a una consultazione pubblica, peraltro nei confronti di un comitato composto da deputati e specialisti dalle diverse sensibilità, che si sono confrontate fino a trovare il giusto compromesso. Due le notizie date dalla Boldrini: la carta dei diritti sarà oggetto di una mozione unitaria e verrà presentata al prossimo Internet Governance Forum in Brasile. “Ben venga la dichiarazione perché la rete ormai fa parte della nostra vita e la influenza in modo deciso”. E’ il commento a caldo di Cristian Veller Presidente regionale ICT che spiega: “la dichiarazione esprime principi universali di libertà ed eguaglianza in rete che l’Italia per prima o quasi sta iniziando ad implementare. Ed è qui, effettivamente, che nasce la prima criticità (considerato che siamo in Italia). Lo stesso presidente della commissione che ha elaborato la dichiarazione (Stefano Rodotà) ha dichiarato infatti, che più che uno strumento giuridico la carta ha valore di dibattito politico. Tradotto, non illudetevi se all’art 2 vedete scritto che ogni persona ha diritto all’accesso ad internet, non si può (ancora) pretendere il rispetto del diritto”. “Secondo punto di attenzione –prosegue Veller- è il possibile proliferare di autorità o garanti che impongano i “diritti” contenuti nella carta come ad esempio quello all’oblio, alla piattaforma di turno. Questo potrebbe generare burocrazia di qualche tipo per le imprese, assolutamente da evitare nell’implementazione dei vari articoli. Perciò supporteremo questa dichiarazione nell’auspicio che venga al più presto normata e attuata ma ponendo attenzione alle modalità di impatto sulle imprese”.