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Venzo (Confartigianato Vicenza) commenta i dati dell’osservatorio sul precariato Inps: “Urge un intervento strutturale per ridurre il costo del lavoro”

Un operaio al lavoro e, a destra, Sandro Venzo

L’Inps ha pubblicato i dati dell’osservatorio sul precariato, analizzando la dinamica delle assunzioni e cessazioni nei mesi di gennaio-dicembre 2016 e confrontandoli con quelli degli anni 2015 e 2014.

“I numeri – commenta Sandro Venzo, che nella Giunta di Confartigianato Vicenza segue le politiche del lavoro e della formazione – evidenziano una volta di più quello che da tempo sosteniamo: per creare occupazione stabile è necessario intervenire in modo definitivo sul costo del lavoro, riducendone l’impatto per le aziende”.
Ne è riprova il fatto che, confrontando le assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 rispetto al 2015, emerge un saldo negativo pari a 763mila unità; identica situazione per le trasformazioni a tempo indeterminato, anch’esse scese drasticamente (-35%). “Tutto ciò – rileva Venzo – deriva dalla consistente riduzione dell’esonero contributivo. A suffragare tale tesi c’è anche il dato sui contratti a termine, tornati a salire dell’8%, con 276mila unità in più: ciò testimonia che le aziende, già alle prese con un mercato che non consente più di programmare la produzione a medio-lungo periodo, hanno bisogno di segnali importanti sul costo del lavoro per inserire personale in modo stabile”.
A tale proposito, ricorda Venzo, “è da tempo che Confartigianato Vicenza batte su questo tasto: lo abbiamo fatto anche durante la nostra recente assemblea dei soci di fronte al ministro Poletti. Ora che i dati confermano una volta di più tale esigenza, il Governo intervenga in modo strutturale per abbassare il costo del lavoro già nel corso del 2017”.
Una riflessione, infine, va rivolta al tema dei voucher, i cui numeri d’impiego hanno destato molto scalpore in questi mesi e che sono oggetto di uno dei due quesiti referendari che dovrebbero svolgersi tra aprile e giugno, qualora non intervenisse una legge di modifica. Ebbene: i dati dell’osservatorio Inps, riferiti in tal caso alla vendita dei voucher nel mese di gennaio di quest’anno, segnalano una sostanziale stabilizzazione rispetto allo stesso periodo del 2016 (8,9 milioni di voucher venduti in gennaio 2017 contro gli 8, 5 milioni dell’anno scorso).
“La stabilizzazione dei voucher – sostiene Venzo – è sicuramente dovuta all’obbligo di tracciabilità degli stessi, introdotto dal Governo a partire da ottobre, che impone alle aziende di comunicare preventivamente il giorno, l’ora di inizio e di cessazione della prestazione. È sufficiente questo, o bisogna effettivamente ripensare tale strumento e tornare alle origini, quando il voucher doveva servire per remunerare prestazioni meramente occasionali in alcuni settori? Come abbiamo più volte sostenuto, se vogliamo parlare di buona occupazione, di investimento nella formazione continua del personale, non possiamo pensare che i voucher diventino lo strumento principale di inserimento dei lavoratori in azienda: sono e dovranno continuare a essere un fattore che consente alle imprese di rispondere a esigenze improvvise di flessibilità, cui poter rispondere con un costo certo e sostenibile”.