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Confartigianato Vicenza ha presentato una ricerca sulla situazione dell’export delle micro e piccole imprese vicentine, con un focus particolare sul comparto orafo

Onorio Zen, Componente della Consulta provinciale della Categoria Metalli Preziosi Confartigianato Vicenza e Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza

Presentata questa mattina a Confartigianato Vicenza una ricerca sulla situazione dell’export delle micro e piccole imprese vicentine, con un focus particolare sul comparto orafo.

Nel Vicentino, l’export dei settori a più alta concentrazione di MPI, ovvero di Microimprese (fino a dieci addetti) e Piccole Imprese (fino a 50 addetti), ammonta a 7.860 milioni di euro, pari al 46,4% dell’export manifatturiero, piazzando la nostra provincia al secondo posto in Italia per valore assoluto, dietro soltanto a Milano, e prima nel Veneto.
Nel 2015 l’export MPI è cresciuto complessivamente di 435 milioni di euro, pari a +5,9% rispetto al 2014, con un aumento della domanda dai Paesi emergenti. Svolta nel settore orafo, dove si è registrata la prima variazione positiva degli ultimi tre anni: le esportazioni vicentine (+ 4,1%) valgono 1.477 milioni di euro, pari al 22,6% dell’export del settore italiano. Torna a crescere anche l’indice dei prezzi di produzione (+3,7%).

Le imprese di minore dimensione partecipano alle dinamiche di esportazione sia attraverso la vendita diretta all’estero, sia attraverso la produzione in subfornitura per imprese committenti esportatrici. Per questa ragione l’analisi compiuta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza si focalizza sull’export dei settori a maggior concentrazione di micro e piccole imprese (MPI), osservando che nel 2015 esso è ammontato a 7.860 milioni di euro, rappresentando il 46,4% delle esportazioni manifatturiere della provincia di Vicenza.
Nel dettaglio, l’export dei settori MPI è così composto: per il 33% dalla voce Articoli in pelle – escluso Abbigliamento – e simili (2.595 milioni di euro); per il 20% da Altre Manifatture, in particolare Oro e Gioielleria (1.576 milioni); per il 16,2% da Abbigliamento, Pelle e Pelliccia (1.274 milioni); per il 13,9% da Prodotti in Metallo, esclusi macchinari e attrezzature (1.096 milioni); per il 6,3% da Prodotti Tessili (499 milioni); per il 5,2% da Alimentari (413 milioni); per il 4,4% da Mobili (349 milioni di euro); per lo 0,7% da altri prodotti in Legno (59 milioni); per lo 0,01% da Stampa e Riproduzione di supporti registrati (0,9 milioni).
L’analisi della dinamica tendenziale del 2015 mostra per tutti i settori un aumento dell’export: in particolare, evidenziano una variazione superiore alla media del +5,9% le esportazioni di Stampa e Riproduzione di supporti registrati (+33,3%), Alimentari (+16,2%), Legno e prodotti in legno (+15,7%), articoli in Pelle (+8,6%) e Prodotti Tessili (+8,2%).
Per quanto riguarda la destinazione delle merci, nei primi venti mercati si concentrano 6.008 milioni di euro di export, oltre tre quarti (76,4%) del totale. La Germania è il primo cliente con 753 milioni di euro (9,6%), seguita dagli Stati Uniti con 629 milioni (8%), Francia con 621 milioni (7,9%), Svizzera con 543 milioni (6,9%) e Hong Kong con 498 milioni (6,3%).
In complesso, nel 2015 le vendite dei settori vicentini a più alta concentrazione di MPI sono cresciute del 5,9%, pur se rallentate dalla crisi russa.
Sono risultate più dinamiche le vendite destinate ai Paesi della UE (+6,4%), rispetto a quelle verso le piazze extra UE (+5,3%).
Tra i mercati principali, se ne possono individuare 12 dove le esportazioni dei settori MPI hanno mostrato un maggior dinamismo rispetto al comparto manifatturiero complessivo: tra questi Turchia (+21,7%), Polonia (+19,4%), Regno Unito (+17,7%), Belgio (+15,0%) e Portogallo (+10,5%).
Tra i principali 20 mercati di destinazione, dieci Paesi mostrano una incidenza dell’export di prodotti delle MPI sul totale manifatturiero superiore alla media del 46,4%: al primo posto Hong Kong (89,9%), poi Vietnam (78,3%), Emirati Arabi Uniti (77,4%), Portogallo (67,9%), Giappone (62,6 %) e Romania (62,2%).
Sempre l’analisi per area di destinazione mostra che le economie avanzate assorbono 5.375 milioni di euro dell’export dei settori MPI, pari al 68,4% del totale: un terzo (32%) riguarda gli Articoli in Pelle, seguito dal 19,2% di Abbigliamento, dal 17,3% di Altre Manifatture (compresi Oro e Gioielleria) e dal 15,1% di Prodotti in Metallo.
Le esportazioni dei settori MPI verso i mercati emergenti ammontano invece a 2.485 milioni di euro (il 31,6% del totale) e, nel dettaglio, interessano per il 35,3% Articoli in Pelle, per il 25,9% prodotti delle Altre Manifatture (compresi Oro e Gioielleria), per l’11,5% Prodotti in Metallo e per il 9,6% Abbigliamento.
Se a livello nazionale si è assistito a una frenata della domanda dei Paesi emergenti, calata dello 0,4%, e a una crescita dell’export verso i mercati avanzati del 5,6%, così non è stato per la provincia di Vicenza, il cui export dei settori MPI (e anche del totale manifatturiero) è stato trainato proprio dai mercati emergenti, registrando un +9,9%, variazione più che doppia rispetto al +4,1% segnato dai mercati avanzati. A determinare il maggior dinamismo dei mercati emergenti è stato il settore legato alla Moda, in particolare Articoli in Pelle e simili (+20,4%, contro il +3,4% nei mercati avanzati), assieme a quello dei Prodotti Tessili (+18,2% rispetto al +1,6% nei mercati avanzati).
Tra i principali Paesi emergenti si evidenziano le forti crescite in: Messico (+55,3%, grazie al +59,3% di Articoli in Pelle e Pelliccia e al +57,7% delle Altre Manifatture, compresi Oro e Gioielleria); Sud Africa (+40%, grazie al +41,4% delle Altre Manifatture, compresi Oro e Gioielleria); Filippine (+35,3%, dovuto al +80,9% di Articoli in Pelle e Pelliccia); Vietnam (+30,2%, con +29,3% per Articoli in Pelle e Pelliccia); Turchia (+21,7%, per l’aumento del +333,9% dei Prodotti Tessili); Polonia (+19,4%, con +19,6% per Articoli in Pelle e Pelliccia).
Questi importanti incrementi hanno permesso di limitare, complessivamente, gli effetti della crisi russa, che hanno determinato nel corso del 2015 un crollo del 32,3% delle esportazioni verso quel Paese.

Focus – Le esportazioni del settore orafo
Quello orafo è uno dei settori più importanti e tradizionali del territorio vicentino. Nel 2015 le esportazioni del comparto sono ammontate a 1.477 milioni di euro, pari all’8,7% dell’export manifatturiero vicentino e a quasi un quarto (22,6%) delle esportazioni orafe italiane.
Nel corso dell’ultimo anno, la dinamica tendenziale ha visto una crescita dell’ export vicentino pari a +4,1%, prima variazione positiva dopo le leggere flessioni registrate nel 2013 (-1,8%) e nel 2014 (-0,1%).
Non cambia la geografia dei principali mercati di destinazione: il primo partner commerciale è Hong Kong (282,4 milioni di euro, pari al 19,1% dell’export del settore), seguono gli Emirati Arabi Uniti (228,4 milioni, il 15,5%) e gli Stati Uniti (circa 200 milioni di euro, pari al 13,5%). Da soli, questi tre mercati rappresentano la metà (48,1%) delle esportazioni orafe vicentine.
Nella crescita del 4,1% dell’export orafo si nota l’aumento dell’11,5% registrato dai mercati UE (che rappresentano solo un quinto, il 19,7%, dell’export del settore), mentre l’export destinato ai mercati extra UE, che rappresentano l’80,3%, ha segnato una crescita più contenuta (+2,4%).
La buona performance dei mercati europei è dovuta alle forti crescite registrate in Regno Unito (+27,1%, pari a +9,7 milioni), Romania (+14,9%, pari a +7,8 milioni), Polonia (+20%, pari a +2,6 milioni) e Belgio (+18,5%, pari a +1,6 milioni). Tra i principali mercati di destinazione, si osservano le crescite maggiori per Messico (+55,1%), Sud Africa (+42,4%), Regno Unito (+27,1%), Giordania (+25,9%) e Romania (+14,9%).
Nella valutazione delle esportazioni orafe è importante tener conto dell’andamento dei prezzi di produzione, il cui indice medio annuo ha subito continui aumenti. Il trend di crescita si è interrotto nel 2013 (-5%) e ha visto una sostanziale invariabilità nel 2014. Nel 2015 l’indice dei prezzi di produzione del settore è tornato ad aumentare, segnando un +3,7% rispetto al 2014.