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IL PRESIDENTE BONOMO SULLA SITUAZIONE DELLA BANCA POPOLARE DI VICENZA

“Sull’inchiesta che ha investito la Banca Popolare di Vicenza – osserva Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza – occorre tenere ben distinte tre questioni. Una cosa è l’indagine della magistratura, che auspichiamo la più rapida e puntigliosa possibile, in modo da fare totale chiarezza per valutarne i risultati oggettivi al di là del sensazionalismo prevalente in queste ore. Altra cosa è il futuro di un istituto storicamente legato al nostro territorio e per il quale, già per effetto del decreto Renzi sulle trasformazioni in Spa, nulla sarà più come prima. Le forti preoccupazioni dei soci sono comprensibili, così come il desiderio che vengano accertate le varie responsabilità, ma – e questo è il terzo elemento da tener presente – il bene da salvaguardare ora è il tessuto economico formato soprattutto da quelle innumerevoli piccole imprese per le quali il credito rappresenta un fondamentale strumento operativo. È pensando soprattutto a loro, ai loro necessari investimenti, che il nuovo piano industriale annunciato dal direttore generale Francesco Iorio da un lato dovrà aprire una pagina completamente nuova per la BPVi, dall’altro non potrà non tenere conto del rapporto che la Banca da sempre ha con questa provincia, con questi risparmiatori, con questi imprenditori. Sappiamo bene che, nell’attuale ottica internazionale, gli istituti di credito strettamente ‘locali’ non hanno più ragione di essere, e non è detto che questa sia una visione del tutto condivisibile, perché viene meno quel rapporto fiduciario, personale, sul quale si è basato il nostro sviluppo nel passato. Ma è anche vero che i requisiti finanziari imposti da tale trasformazione hanno avuto un ruolo nel portare a galla la situazione di cui parlano le cronache odierne. Per cui, ripeto, le cose vanno considerate con la necessaria razionalità: la magistratura faccia il suo lavoro, e intanto il nuovo management della Banca Popolare di Vicenza sappia affrontare il futuro – che inizia già oggi – senza dimenticare che il destino dell’istituto non può prescindere da quello del suo territorio di riferimento. Un territorio popolato da tante persone che negli anni hanno investito principalmente in tre cose: la casa, la sede dell’azienda e le azioni della banca da cui erano state accompagnate. Ebbene: oggi queste persone si trovano in una situazione in cui i valori degli immobili residenziali e produttivi appaiono drasticamente ridotti, e le azioni di quella banca lo sono altrettanto. Di questo, amaramente, stiamo parlando”.