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Sprechi Pubblica Amministrazione. Sbalchiero: «Questa burocrazia la vera palla al piede! Lo Stato impari efficienza ed efficacia dalle piccole imprese»

Sette anni di crisi hanno lasciato il segno profondo su artigiani e piccole imprese che si sono sforzati non solo di cambiare e di innovare ma anche di rendersi più efficienti per non soccombere alla recessione. Ora, lo stesso sforzo, le imprese lo chiedono alla classe politica che guida il Paese.

Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto alla luce dei dati emersi da una inchiesta del quotidiano Repubblica sugli sprechi della PA. «Il fatto –prosegue il presidente – che lo stesso Ministero dell’Economia “noti” che il mancato utilizzo della CONSIP (la grande centrale nazionale degli acquisti controllata dal Tesoro) da parte di Ministeri e amministrazioni pubbliche varie, solo per gli appalti di telefonia (fissa, mobile, rete), ci è costata nel 2012 (ultimi dati disponibili) un miliardo di euro in più, pari a quanto si potrebbe risparmiare tramite l’eventuale e discusso intervento sulle pensioni da 3500 euro, la dice lunga sui margini di miglioramento che ci sono in questo Paese. Da anni chiediamo un cambio di passo per liberare gli imprenditori e l’Italia dalle catene che frenano lo sviluppo. Perché, dice Sbalchiero, non bastano gli annunci rivoluzionari e le promesse, servono risultati concreti. Da troppo tempo inseguiamo invano i nostri veri spread rispetto al resto d’Europa, che sono il costo della burocrazia e la eccessiva tassazione conseguente».
E proprio in merito alla burocrazia, il presidente di Confartigianato imprese Veneto sottolinea come «nell’ultimo anno le piccole, le medie imprese hanno speso in oneri amministrativi 7.005 euro ciascuna. Una cifra astronomica che equivale, per le 410mila imprese con meno di 10 addetti, ad una zavorra che solo in Veneto pesa 3 miliardi di euro che diventano quasi 31 miliardi a livello nazionale, pari a 2 punti di PIL».
«Negli anni Novanta – conclude Sbalchiero – denunciavamo il fatto che le nostre imprese fossero straordinariamente efficienti sino ai loro cancelli, oltre i quali però l’assenza di infrastrutture ne limitava la competitività. Ci hanno ascoltato e oggi, grazie a una politica coraggiosa e a molto, molto lavoro, il gap infrastrutturale è stato in gran parte colmato. Serve ora lo stesso impegno per distruggere il moloch della burocrazia».